mercoledì 16 ottobre 2013

Le Wedding Stories di Heidi Busetti al Castello di Baccaresca

Heidi ancora non l'ho conosciuta. Ma di lei ho sentito parlare molto. Ovviamente con riferimento al wedding. Heidi, infatti, è la prima Wedding Reporter al mondo che ha fatto della propria passione un mestiere. Completamente nuovo. Le sue Wedding Stories saranno anche loro il 27 ottobre al Castello di Baccaresca. "Scene da un Matrimonio" gli dedicherà una "messa in scena" narrata.
Di recente ho postato sul mio profilo facebook una sua intervista rilasciata nell'ambito della manifestazione "L'imprevedibile Istante": la potenza e la forza del sogno in persona. Un'esperienza autenticamente arricchente. Eccola qua:  https://www.facebook.com/photo.php?v=568423793220200

Ma torniamo al suo Blog dove vi riporto, lasciandovi in compagnia dei suoi wedding reportage. 
Chiuderà questo post il suo "Manifesto della Bellezza"
...... "Con la sua Moleskine e vestita di tutto punto come una perfetta invitata, Heidi ha il compito di vivere i matrimoni più belli per farne poi dei romanzi dal vero: anche il tuo matrimonio può diventare un romanzo, da cui le future spose possano trarre spunti per eventi indimenticabili.
Non solo... I romanzi più belli entrano a far parte della collana Wedding Stories ®, edita da ARPANet e sono distribuiti in libreria!
La Wedding Reporter® è una figura nuova nel campo del Wedding. Nasce in Italia nel 2010, e precisamente, nel momento in cui, lavorando per una testata di settore, Heidi ha avuto l'intuizione di unire il racconto estetico del matrimonio a quello più umano.

Dunque, narra storie. Racconti d'amore che non sono solo fiabe della buona notte, ma storie reali di persone che hanno deciso di legarsi per sempre.Lei stessa è sposata. Vive con un uomo che ha saputo liberarla dagli incastri del mondo, un uomo che ha dato vita ad una delle più grandi rivoluzioni della sua vita. Il suo nome è Devid. Devid come lo gnomo. E con due nomi così non poteva che nascere un matrimonio da favola!"




Non Solo Wedding ...
Gli Italiani? Un Manifesto della Bellezza

In questo momento storico che ha il sapore asciutto della polvere e le forme scivolose di un piatto vuoto, in questo momento storico in cui sembriamo più degli smarriti che dei navigatori, più dei peccatori che dei Santi, io canto il mio amore per l’Italia e per gli Italiani, popolo di colori e credo differenti, mescolati dalla Storia come colori di una tavolozza che meraviglia il mondo. 
Certo, siamo smarriti. 
Ma è proprio in questo smarrimento che è sorta la mia domanda: “Che cosa ci contraddistingue maggiormente dal mondo? Qual è il nostro punto di forza in mezzo alla tempesta?”
Ed ecco la mia risposta: noi sappiamo creare la Bellezza.

Noi, popolo di burattinai e burattini, strateghi del nulla, incuranti delle leggi e impossibili da governare, sappiamo dare agli ingredienti del mondo un’altra forma, un altro colore, un altro sapore. Noi italiani, cari signori, sappiamo più di tutto creare incantesimi. Questo, alla fine, è il nostro destino e la nostra più grande fortuna.
Ne hanno da dire su di noi. Vero? Eppure tutti traggono gioia dalla Bellezza che da sempre sappiamo creare con tela e colori, con uova e farina, con canapa e seta. Noi siamo capaci di mescolare gli ingredienti per dare forma al piacere. Noi sappiamo cucire i tessuti per tradurli in poesia. Noi, e come noi nessuno, sappiamo dare alla materia un senso estetico che vada oltre il nome e la definizione che il mondo le ha riservato. Noi siamo l’esaltazione dei cinque sensi, un concentrato di stupore legato alla materia.

Se il mondo fosse diviso per qualità, noi saremmo la Bellezza. Perché noi sappiamo, innanzitutto, lasciarci ispirare. Sappiamo creare. Sappiamo sognare. 
Noi non possiamo tradire la Bellezza. Proprio non possiamo. L’abbiamo fatto – questo è il nostro maggior torto - e il prezzo che stiamo pagando è quello dell’incertezza e dell’infelicità. È quello di un popolo che si guarda in uno specchio deformante. Eppure, se lo vogliamo, noi abbiamo le carte per essere superlativi. 

Qui in Italia trovano la loro forma i Sovversivi del Gusto. Trovano casa le Arti, trovano respiro i colori. La solidarietà. Qui non viene lasciata in pace nemmeno una brioches, che viene subito ingrassata con del gelato per stupire gli europei. 
“Ma come vi vengono in mente certe cose?” mi è stato chiesto da un olandese durante un viaggio. E io ho sorriso. Lo stesso sorriso che è sbocciato sul mio viso quando al corso di calligrafia, Michael Sull, calligrafo della Casa Bianca, è rimasto esterrefatto davanti ai manoscritti di un allievo, che in realtà di professione era un barbiere. “He is a barber!” aveva detto guardandomi. “Yes. But he is italian” avevo risposto. Come dire: non stupirti, siamo italiani, siamo multiformi. 
Non la rigidità ci appartiene. Perché la rigidità rifugge dalla Bellezza. Non la noia, non la solitudine. Noi siamo nati per affascinare. 

Noi siamo nati per stupire. 
Per incantare. Per dimostrare che tutto ci vien dato per essere plasmato in una nuova forma, con una nuova destinazione. Perché questo è quello che sappiamo meglio fare: dare ogni giorno al mondo un nuovo sogno da immaginare. Che sia fatto di tessuto, di farina o di ingegno puro, noi sappiamo dare al mondo sogni che si tramutano in magie, che segnano la Storia. Perché noi siamo italiani. E stupire è il nostro mestiere. 
È da qui che dobbiamo ripartire. Dobbiamo riappropriarci della Bellezza, tornare a farne vibrare le corde, perché è su di essa che dobbiamo creare nuovi posti di lavoro. Dobbiamo fondare la nostra Economia sul Turismo, sull’Arte, sulla Gastronomia. Perché la Bellezza, se alimentata, non si esaurisce. Ma cresce, diventando un eco eterno che parla di una Terra unica al mondo. 
Io credo davvero in questo che è un Manifesto della Bellezza. Credo davvero che si possa rinascere.


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